La dentosofia è un metodo rivoluzionario che mette in luce il legame tre denti, corpo e psiche.Il concetto di base della dentosofia è che una malattia e i suoi sintomi sono da considerarsi manifestazioni di un conflitto psicoaffettivo.
Anche la medicina ufficiale già da tempo parla di malattie psicosomatiche, la PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia) ormai è da tutti riconosciuta e per gli addetti ai lavori la nuova medicina di Hamer e la metamedicina ci spiegano molto bene i rapporti tra malattia e vissuto della persona.
Alla luce di queste considerazioni anche le malattie del cavo orale e soprattutto le malocclusioni e il posizionamento dei denti assumono un aspetto completamente diverso. A conferma di ciò basti notare l’elevatissimo numero di recidive nel campo dell’ortodonzia: se al posizionamento corretto dei denti non corrisponde una risoluzione delle problematiche che hanno causato quella determinata posizione, la recidiva è una costante.
Partendo da questo presupposto appare chiaro che il modo di agire più corretto sia quello di aiutare a risolvere i conflitti psicoaffettivi di una persona e lasciare che i denti si posizionino da soli in armonia con l’individuo stesso e senza forzature.
Ecco che cos’è la dentosofia.
Se avete qualche problema emotivo a chi vi rivolgete? A un amico? A uno psicologo? In alcuni casi fate bene ma in altri potreste avere bisogno di un dentista un po’ speciale, un “dentosofo” per l’esattezza.
Non è facile spiegare in poche parole che cosa è la dentosofia in quanto da un banale aspetto meccanicistico si può arrivare alle più alte considerazioni spirituali.
” La dentosofia è una terapia caratterizzata da un approccio umanista all’arte dentistica, che utilizza tecniche funzionali e pone in evidenza il legame tra l’equilibrio della bocca, l’equilibrio dell’essere umano e in modo più vasto quello del mondo “. Questa è la definizione ufficiale ma cerchiamo di vedere un po’ più nello specifico il suo significato. I concetti della dentosofia derivano fondamentalmente dall’antroposofia, corrente basata sugli insegnamenti di Rudolf Steiner, grande maestro di vita che sviluppò un metodo pedagogico oggi applicato nelle scuole Steineriane, diffuse in tutto il mondo.
Come il riflessologo plantare e l’iridologo riescono a vedere le problematiche di una persona, così anche la bocca può fungere da possibile decodifica soprattutto degli aspetti psicoaffettivi di un soggetto. Se è vera la teoria dei frattali tutto ciò appare logico.
La bocca è una mappa molto fine in quanto i denti sono costituiti da smalto e dentina, che sono i tessuti più mineralizzati che abbiamo e quindi hanno la memoria ancestrale in quanto minerali e anche perché sempre i denti sono l’unico tessuto mineralizzato come le ossa ad essere visibile all’esterno, è il luogo dove l’invisibile diventa visibile, dove l’inconscio diviene conscio. La bocca sin dalle prime fasi della vita è quell’organo che permette al bambino di trasformare in conscio gli oggetti che prima di essere portato alla bacca era sconosciuto, è il mezzo di esplorazione del mondo per il bambino e quindi possiede tutte le informazioni.
A questo punto la bocca può dirci tanto sulla persona che abbiamo davanti, è la nostra biografia.
Quindi, prima di tutto ci vuole un qualcosa che tolga il meccanismo di memoria che più di tutti ci ricorda chi siamo, l’occlusione.
L’occlusone, per la dentosofia rappresenta il presente, il qui e ora e tutte le volte che chiudiamo la bocca e portiamo i denti a contatto ci ricordiamo chi siamo. L’attivatore è il mezzo per cui rendiamo ciò possibile. Ma che cosa è un attivatore? L’attivatore è un “masticone” in silicone o caucciù che viene portata sopra le arcate dentali, in modo simile al paradenti dei pugili. È disponibile in varie misure e forme, che agiscono su diverse conformazioni della bocca, e vengono quindi scelte dal dentista a seconda della situazione attuale del paziente. L’attivatore viene poi personalizzato rendendolo assolutamente specifico per ogni persona. L’attivatore impedisce il contatto fra le due arcate, che si trovano così ad essere libere di posizionarsi nel modo più armonioso ed equilibrato per la persona ed quindi è possibile una rielaborazione del problema a livello inconscio. L’attivatore, quindi è il mezzo che rende possibile il cambiamento ma non è il cambiamento stesso. Il cambiamento è possibile solo quando la persona, guidata dal dentosofo, si assume la responsabilità di cambiare, grazie ad una presa di coscienza interiore e prende in mano la propria vita. Il paziente diventa allora il medico di se stesso e raggiunge quello che sta cercando, ovvero la libertà, intesa come il superamento dei propri traumi, delle proprie incongruenze. La bocca è quella parte del corpo che permette di visualizzare i propri blocchi e il fatto che con la dentosofia cominci a modificarsi vuol dire che sono stati risolti alcuni conflitti che erano sepolti nel profondo di noi stessi. Allora il passato sarà superato e solo l’istante presente ci guiderà nel cammino che resta da percorrere. Vivere l’istante presente deve divenire la modalità di funzionamento della vita quotidiana. È il primo passo verso la libertà, la libertà dal proprio passato, la liberta di essere se stessi. L’attivatore è dunque il braccio e il dentosofo è la mente della dentosofia. La dentosofia ti può prendere per mano e portarti verso quello che hai sempre desiderato.
Costi
Il costo del percorso con la dentosofia è di € 1800,00 annui, con incontri mensili pagabili anticipatamente in semestri
( o in trimestri qualora la persona ne facesse espressamente richiesta)